"It was 50 years ago today. Un omaggio della pop art italiana ai Beatles" 1 aprile - 7 maggio
"It was 50 years ago today. Un omaggio della pop art italiana ai Beatles" è la tripla personale di pittura di Carlo Montana, Giancarlo Montuschi e Giuliano Trombini, a cura di Marco Botti, che verrà inaugurata sabato 1° aprile 2017, alle ore 17, nel Palazzo della Fraternita dei Laici di Piazza Grande, ad Arezzo.
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio dei Beatlesiani d'Italia Associati, lo storico Beatles Fan Club italiano che riunisce oltre 1.800 iscritti tra musicisti, collezionisti e amanti della band inglese di tutte le età.
Il sostegno ufficiale è arrivato direttamente dal presidente e fondatore Rolando Giambelli.
La mostra, patrocinata anche da Fraternita dei Laici e Provincia di Arezzo, è resa possibile grazie al contributo di Monnalisa spa, Fondazione Monnalisa onlus, Laura Falcinelli Jewels, Rock Heat Club e Vieri Norina Dischi.
"It was 50 years ago today" rimarrà aperta fino al prossimo 7 maggio tutti i giorni, con orario continuato 10,30/18, e omaggerà, attraverso le opere di tre apprezzati artisti della pop art italiana, la band di Liverpool a 50 anni dall'uscita di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", l'album che ha segnato una svolta epocale nella musica e nella cultura giovanile del Novecento.
BREVI BIOGRAFIE
Carlo Montana è nato nel 1954 a Zibido San Giacomo, in provincia di Milano, dove ancora oggi vive e lavora nella sua cascina immersa nel verde della Bassa milanese.
Diplomato al Liceo Artistico interno all’Accademia di Belle Arti di Brera, intraprende la carriera con uno stile figurativo carico di colori, sofferenza ed espressività. In seguito la sua cifra stilistica si evolve in maniera sempre più distintiva, legando due grandi passioni: la pittura e la musica. Un connubio perfetto che si concretizza nei celebrati ritratti di quegli artisti che hanno scritto la storia del rock.
Montana è pittore per istinto e necessità, egli vive la propria arte come un’emozione profonda.
Mentre dipinge si fa trasportare dalle sensazioni che la musica sa dargli.
Da anni collabora con il noto giornalista, scrittore e musicista Ezio Guaitamacchi, che spesso accompagna con originali performance di live painting durante gli spettacoli.
Espone dal 1977 con personali e collettive in tutto il mondo. È stato definito dal produttore musicale Massimo Bonelli “il più grande deejay della pittura”.
www.facebook.com/carlomontana1954
Giancarlo Montuschi è nato nel 1952 a Faenza, in provincia di Ravenna. Ha studiato al Liceo Artistico di Bologna e frequentato l'Accademia di Belle Arti prima nel capoluogo emiliano e quindi a Ravenna.
Nel 1976 gli viene assegnata la cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Sansepolcro, decide così di trasferirsi nella Valtiberina toscana, dove tutt’oggi vive e lavora nel suo atelier di San Leo di Anghiari.
La ricerca di Montuschi abbraccia varie tecniche e muove dalla pop art e dai linguaggi post-pop del secondo Novecento per affrontare negli anni argomenti alchemico-esoterici, temi ludici, cicli diversificati come quelli legati a miti, animali, letteratura, comics e musica.
Dal 1972 espone regolarmente e con successo di pubblico e critica in Italia e all’estero. La sua partecipazione a premi e fiere internazionali riscuote sempre – sia in ambito pittorico, sia in quello della scultura in ceramica – i più ampi consensi.
Musei e fondazioni italiane conservano sue opere. Lavora stabilmente con prestigiose gallerie italiane e con una galleria americana di Chicago.
Giuliano Trombini è nato nel 1953 a Tresigallo, in provincia di Ferrara, dove ancora oggi vive e lavora.
Inizia la sua carriera come cartellonista e grafico pubblicitario e contemporaneamente si dedica all’arte pittorica. Esegue murales, illustra copertine di libri, romanzi e fanzine, ricevendo riconoscimenti e premi. Dalla metà degli anni Settanta si indirizza alla pittura come attività esclusiva, trovando favorevole accoglienza in Italia e all’Estero.
Dopo un’intensa ricerca tra surrealismo, simbolismo e pop art, negli anni Ottanta Trombini raggiunge un linguaggio distintivo, spontaneo e immediato, nel quale i protagonisti sono spesso i giovani, catturati lungo le vie delle città o nelle periferie.
Essi diventano simboli della condizione umana contemporanea, espressa mediante una poetica malinconica, in cui emergono il senso dell’isolamento, dell’incomunicabilità e della solitudine dell’uomo moderno.
Fin dal 1970 espone con personali e collettive di successo in tutto il mondo. Le sue opere sono custodite in importanti collezioni pubbliche e private.
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